
Una retromarcia inattesa, quella del Governo, che con il maxiemendamento alla legge di stabilità 2015, approvato lo scorso 22 dicembre, ha negato la introduzione del credito di imposta fino ad un massimo di 500 euro per ogni parte, nella negoziazione assistita e nell'arbitrato.
Per la misura in oggetto, era stato formulato financo il parere favorevole dello stesso Governo, presso la Commissione Bilancio, secondo cui le dovute coperture finanziarie si sarebbero dovute ottenere attraverso un rincaro del 10% del contributo unificato previsto per le spese di giustizia.
Una misura che, ovviamente, avrebbe scontentato gli avvocati contrari alle politiche di adr.
Lo stop, quindi, se da un canto, ha impedito l’ennesimo balzello in avanti del contributo unificato, dall’altro, non assicura quei vantaggi fiscali che il Governo aveva annunciato proprio per equiparare la negoziazione e l’arbitrato alla mediazione civile.