LA RIFORMA DELLA MEDIAZIONE COSA CAMBIA PER GLI ORGANISMI? UN CONFRONTO APERTO

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Il 28 ottobre 2022 si è tenuto a Bologna un incontro fra organismi di mediazione per discutere dei temi oggetto della recente riforma recata con D.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149

Letto 1883 dal 29/10/2022



la-riforma-della-mediazione-cosa-cambia-per-gli-organismi-un-confronto-aperto-1165-92.jpg Il 28 ottobre 2022 si è tenuto a Bologna un importante incontro fra organismi di mediazione moderato dall’Avv. Angelo Santi con l’obiettivo di discutere i temi oggetto della riforma del Dlgs 28/2010 appena entrata in vigore nonché oggetto della futura revisione del DM 180/2010.
 
Hanno partecipato alla riunione i responsabili di organismi pubblici (tra cui Milano, Roma, Firenze, Bologna, Parma) e privati nonché diversi rappresentanti delle istituzioni interessate quali  la Camera di Commercio di Milano (Nicola Giudice), il coordinamento della conciliazione forense (Guglielmo Borrelli), la commissione ADR del CNF (Donato di Campli), l’Unione Avvocati per la Mediazione (Mauro Carlo Bonini), l’Associazione Nazionale Mediatori Professionisti (Pietro Beretta Anguissola), il coordinamento della conciliazione forense (Roberta Colitti), l’ANF (Giampaolo Di Marco), professori universitari che in questi anni si sono battuti per l’introduzione della risoluzione delle controversie fra le materie di studio (Chiara Giovannucci Orlandi, Silvana della Bontà, Paola Lucarelli) e partecipanti alle commissioni Alpa e Luiso, commissione ministeriale sulla riforma del processo civile e degli strumenti alternativi  (Marco Marinaro) e tavolo tecnico sulle procedure stragiudiziali presso il Ministero della Giustizia (2019-2020).
Ha partecipato al convegno anche la neo eletta parlamentare mediatrice On Avv Daniela Dondi.
 
I temi discussi hanno riguardato la serietà e la trasparenza degli organismi, i criteri di nomina dei mediatori, la revisione delle indennità di mediazione, la formazione dei mediatori e dei magistrati e la gestione delle procedure telematiche in particolare la sottoscrizione digitale contestuale di un unico documento informatico.
Sul tema della qualità del servizio di mediazione, sono state discusse diverse proposte quali ad esempio la verifica delle competenze dei mediatori, la specializzazione e la possibilità per le parti di scegliere il mediatore, l’opportunità di mantenere i tirocini anche per i mediatori esperti (in nessuna professione esiste il praticantato permanente). Il criterio di rotazione puro e il cd. “mediatore precostituito” non sono incoraggiati.  Anche il tema della verifica sull’erogazione del servizio da parte degli organismi (“audit”) è stato sviscerato. Sul tema della trasparenza, alcuni auspicano la pubblicazione degli incarichi assegnati – come avviene per gli arbitrati – e la pubblicazione delle statistiche di ciascun organismo, contemperando le esigenze legittime di tutela della privacy. Sono stati discussi i compiti e gli oneri del responsabile dell’Organismo e del responsabile scientifico, i compensi del mediatore anche – e questa è stata definita “una rivoluzione” – per il primo incontro informativo.
 
I partecipanti hanno potuto scambiare informazioni sulle proprie esperienze nei territori quali i protocolli nei tribunali, i progetti che hanno fornito borsisti per il supporto ai magistrati quanto alla individuazione delle controversie “mediabili”.
 
Molti enti ancora iscritti – seppur diminuti – andrebbero aiutati a migliorare l’erogazione del servizio al fine di rafforzare il sistema mediazione piuttosto che essere soppressi. È stato reso noto alla platea che alcuni ordini professionali hanno deciso solo recentemente (a 12 anni dall’introduzione della riforma) di avviare il proprio organismo forense.
 
Si dà atto che il mediatore è un lavoro “part time” in quanto si richiede agli stessi l’esercizio di un’altra attività professionale e che ancora oggi – e anche a seguito dell’entrata in vigore della riforma – un giovane non può investire solo su questo mestiere. Non è insomma un percorso professionale esclusivo e caratterizzante. Il tema è collegato all’introduzione di una laurea universitaria europea sulla mediazione.
 
Diversi rappresentanti di organismi privati affermano la necessità della redazione di un codice di autodisciplina degli organismi per elevare ancora di più gli standard di qualità. E, di contro, alcuni credono più nella norma e nel mercato che nell’autoregolazione dei soggetti protagonisti.
 
È emersa la criticità della nuova norma che prevede gli incontri telematici e la sottoscrizione di un unico documento in formato digitale. Ciò costituirà senza dubbio un’ulteriore spinta alla digitalizzazione dei cittadini italiani però, nel mentre, bisognerà escogitare delle piattaforme che possano consentirlo, le quali sono ovviamente costose e richiederanno cospicui investimenti. In tal senso, andrebbero valorizzate le prassi applicative di alcuni organismi instaurate negli anni della pandemia. Interessante l’esempio pratico portato dall’organismo forense di Milano che è passato da 50 incontri in presenza giornalieri a 2…
 
Va dimostrata la nobiltà di questa professione e il mediatore deve riscuotere il rispetto che merita, in considerazione della superiorità della giustizia consensuale (Lucarelli). Si auspica, infine, la collaborazione tra diverse professionalità (ad esempio dottori commercialisti) e la diffusione della cultura della mediazione nelle scuole.
 
In tale sede stato presentato anche il Progetto Yessi, un portale di accesso alla mediazione per organismi.
 









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