La relazione annuale di Cassa Forense insieme al Censis esamina la situazione socio-economica degli avvocati. Il rapporto evidenzia la necessità della transizione dai tradizionali studi legali a modelli di studio strutturati, che integrano diverse competenze e offrono un’ampia gamma di servizi legali. Questi nuovi modelli sono più attrezzati per rispondere a una domanda sempre più complessa e articolata, mettendo in luce la crescente interdipendenza tra professionisti del diritto e l’adozione di tecnologie avanzate. L’adozione dell’intelligenza artificiale è vista positivamente dalla maggioranza (58,7%) degli avvocati, a patto che sia regolamentata adeguatamente.
Ad oggi, l’IA offre strumenti avanzati per analizzare, raccogliere ed elaborare rapidamente enormi quantità di dati, accelerando così il processo di ricerca dell’avvocato. Tuttavia, la sua efficacia è accompagnata da interrogativi sulla veridicità delle informazioni raccolte, sull’accuratezza delle sue conclusioni e sulla possibile perdita di sensibilità umana nel trattare casi delicati. La sfida sta quindi nel bilanciare l’efficienza dell’IA con l’expertise dell’avvocato necessaria per l’interpretazione delle informazioni e nell’interazione con il cliente.
Il Rapporto dà atto che si stanno sempre più consolidando le procedure alternative di risoluzione delle controversie (ADR), che offrono un’opzione efficace e meno formale rispetto al tradizionale confronto nei tribunali. Nel periodo compreso tra il 2022 e il 2023, si è registrato un leggero decremento nell’uso degli strumenti dell’ADR da parte degli avvocati, come evidenziato dalla tab. 37. Tuttavia, resta significativa la percentuale di avvocati che riporta di averli impiegati nel corso dell’anno. Come nel 2022, nell’utilizzo delle diverse tipologie degli strumenti ADR, anche nel 2023 la mediazione è stata la modalità più utilizzata dagli iscritti come indicato nella fig. 13. La maggior parte degli intervistati, seppur in calo rispetto all’anno precedente, continua a ritenere che l’Alternative Dispute Resolution sia uno strumento utile per gli avvocati, anche se non come parte predominante dell’attività professionale (fig. 14). Un numero considerevole di avvocati ritiene che l’ADR obbligatoria allunghi i tempi ed aumenti i costi della giustizia (dal 55,2% nel 2022 al 63,3% nel 2023).
Permane il saldo negativo tra iscrizioni e cancellazioni all’albo: nel 2023 si registrano 8.043 avvocati in meno rispetto all’anno precedente. Le cancellazioni riguardano in particolare le donne con meno di 15 anni di anzianità di iscrizione (54,2%). L’età media degli avvocati aumenta, è passata da 42,3 anni nel 2002 a 48,3 anni nel 2023 in linea con l’invecchiamento generale della popolazione italiana. Il medio annuo per avvocato è di 44.654 euro ma tra quello degli uomini e quello delle donne ci sono più di 30 mila euro di differenza (e sono le donne a guadagnare di meno).
Ad oggi, l’IA offre strumenti avanzati per analizzare, raccogliere ed elaborare rapidamente enormi quantità di dati, accelerando così il processo di ricerca dell’avvocato. Tuttavia, la sua efficacia è accompagnata da interrogativi sulla veridicità delle informazioni raccolte, sull’accuratezza delle sue conclusioni e sulla possibile perdita di sensibilità umana nel trattare casi delicati. La sfida sta quindi nel bilanciare l’efficienza dell’IA con l’expertise dell’avvocato necessaria per l’interpretazione delle informazioni e nell’interazione con il cliente.
Il Rapporto dà atto che si stanno sempre più consolidando le procedure alternative di risoluzione delle controversie (ADR), che offrono un’opzione efficace e meno formale rispetto al tradizionale confronto nei tribunali. Nel periodo compreso tra il 2022 e il 2023, si è registrato un leggero decremento nell’uso degli strumenti dell’ADR da parte degli avvocati, come evidenziato dalla tab. 37. Tuttavia, resta significativa la percentuale di avvocati che riporta di averli impiegati nel corso dell’anno. Come nel 2022, nell’utilizzo delle diverse tipologie degli strumenti ADR, anche nel 2023 la mediazione è stata la modalità più utilizzata dagli iscritti come indicato nella fig. 13. La maggior parte degli intervistati, seppur in calo rispetto all’anno precedente, continua a ritenere che l’Alternative Dispute Resolution sia uno strumento utile per gli avvocati, anche se non come parte predominante dell’attività professionale (fig. 14). Un numero considerevole di avvocati ritiene che l’ADR obbligatoria allunghi i tempi ed aumenti i costi della giustizia (dal 55,2% nel 2022 al 63,3% nel 2023).
Permane il saldo negativo tra iscrizioni e cancellazioni all’albo: nel 2023 si registrano 8.043 avvocati in meno rispetto all’anno precedente. Le cancellazioni riguardano in particolare le donne con meno di 15 anni di anzianità di iscrizione (54,2%). L’età media degli avvocati aumenta, è passata da 42,3 anni nel 2002 a 48,3 anni nel 2023 in linea con l’invecchiamento generale della popolazione italiana. Il medio annuo per avvocato è di 44.654 euro ma tra quello degli uomini e quello delle donne ci sono più di 30 mila euro di differenza (e sono le donne a guadagnare di meno).
https://www.censis.it/lavoro/viii-rapporto-sullavvocatura-2024
https://www.cassaforense.it/DettaglioNews?id=13708&tipo=inEvidenza