Secondo le rilevazioni dell’ultimo trimestre del 2013 sono stati quasi 26mila i tentativi di comporre le liti civili e commerciali fuori dalle aule di giustizia: circa il 66% in più dei 15.639 procedimenti iscritti nei primi nove mesi dell'anno.
Trattasi degli effetti positivi conseguenti alla reintroduzione della mediazione obbligatoria avvenuta con il decreto del fare della scorsa estate.
L’accesso alla mediazione, lo ricordiamo, aveva subito un brusco arresto a seguito della pronuncia n. 272/2012 della Consulta, che ha bocciato l'obbligatorietà della procedura per eccesso di delega. Da quel momento in poi l’'accesso alla conciliazione è avvenuto solo su base volontaria e fino al 21 settembre 2013, quando il Dl del fare (69 del 2013) ha reintrodotto l'obbligo di tentare la mediazione per le stesse controversie previste fino all'anno prima, a eccezione di quelle provocate dai sinistri stradali.
Dai nuovi dati emerge anche come l’esclusione dei sinistri stradali dalle materie per le quali è prevista la mediazione obbligatoria, ha inciso e non poco: i numeri delle mediazioni dell'ultimo trimestre del 2013 si fermino a circa la metà di quelli dei mesi centrali del 2012: nel secondo trimestre i procedimenti iscritti sono arrivati a 51.634. Si tratta infatti di una materia che genere un grande contenzioso: ad esempio, a giugno 2012 ha fatto partire 7.315 nuovi procedimenti.
In tutto il 2013 sono stati 24.020 i procedimenti definiti dagli organismi di mediazione.
Nelle mediazioni, la controparte è comparsa nel 32,4% dei casi, vale a dire per quasi 7.800 mediazioni ed è stato raggiunto un accordo in media nel 42,4% dei casi, cioè per circa 3.300 liti.
Significativo è poi un altro dato: le percentuali di definizione delle liti variano a seconda del tipo di organismo a cui le parti si sono rivolte: ad esempio, l'accordo viene raggiunto nel 49,5% dei casi quando la mediazione viene tentata di fronte a un organismo privato e nel 29,9% dei casi presso gli Ordini degli avvocati.
Concludendo con le parole del direttore generale del Ministero della Giustizia, dott. Facio Bartolomeo, «un tasso di successo superiore al 40% nei casi in cui la controparte compare va considerato un buon risultato e fa ben sperare in prospettiva, per l'effetto-filtro che si avrà con l'aumento dei procedimenti in mediazione».