La Commissione Europea plaude al nuovo modello italiano della mediazione civile.

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In attesa della presentazione dello studio sullo stato di attuazione della Direttiva europea del 2008 "mediazione", giunge il primo apprezzamento ufficiale dell'Unione Europea verso l'operato del Governo Italiano ed in particolare della Ministra Cancellieri.

Letto 2739 dal 16/01/2014



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In occasione dell’incontro tenutosi alla Camera dei Deputati, dal titolo La mediazione in Europa e in Italia – Esperienze a confronto in uno studio del Parlamento Europeo, il Vice Presidente alla Commissione per gli Affari Economici e Monetari Arlene McCarthy, plaude pubblicamente al Governo italiano, e in particolare al Ministro Cancellieri, per avere creato un modello di mediazione “da cui l’intera Unione Europea deve imparare”.

Il modello italiano di “mediazione obbligatoria mitigata”, riscuote  molti consensi nell’Unione Europea grazie al meccanismo del ‘opt-out’, introdotto di recente con le ultime novità apportate dal “decreto del fare”, che prevede la possibilità di abbandonare la procedura nel corso del primo incontro con il mediatore.

Nel corso dell'incontro sono state anche fornite alcune ancicipazioni sullo Studio che uscirà il prossimo 20 gennaio a Bruxelles e che ha analizzato lo stato dell’attuazione della direttiva in materia di mediazione delle liti civili e commerciali.

Lo studio, condotto  da oltre 800 esperti in rappresentanza di ciascuno dei 28 Stati Membri dell’UE, ha valutato l’estensione del mercato della mediazione nei rispettivi Paesi e la capacità del quadro normativo di favorire il ricorso all’ADR, secondo quanto richiesto dall’articolo 1 della Direttiva sulla mediazione del 2008. Gli esperti sono stati anche chiamati ad indicare le politiche del diritto più auspicabili per accrescere il numero di mediazioni, attualmente attestate comunque ad un livello inaccettabilmente basso in area UE: meno dell’1% delle azioni civili avviate, con la sola eccezione dell’Italia.

Lo Studio raccomanda pertanto una modifica delle normative nazionali sulla mediazione o della stessa Direttiva europea. In alternativa, a legislazione comunitaria invariata, viene suggerito di utilizzare la teoria dell’ ‘indice di relazione equilibrata’ tra mediazione e processo, già invocata dal Parlamento Europeo a fine 2012. In base a questa teoria, violerebbero la Direttiva del 2008 tutti gli Stati Membri che omettessero di fissare una soglia minima di casi da avviare alla mediazione o che, avendo fissato tale soglia, non la raggiungessero. Nel rispetto del principio comunitario della sussidiarietà, ciascuno Stato Membro potrà scegliere le politiche del diritto preferite per raggiungere la equilibrata relazione tra processi e mediazioni; in mancanza di risultati concreti e misurabili sul versante del numero delle mediazioni ogni anno, la Direttiva andrebbe comunque considerata come non rispettata da quello Stato, su cui graverebbe pertanto un obbligo immediato di potenziare tali politiche.

A seguire,

Lettera di Arlene McCarthy vice presidente Commissione Affari economici e monetari Parlamento Europeo

PARLAMENTO EUROPEO
Arlene McCarthy
PARLAMENTARE EUROPEO
VICE-PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PER GLI AFFARI ECONOMICI E MONETARI

Al Ministro della Giustizia
della Repubblica italiana
On. Annamaria Cancellieri
Via Arenula, 70
00186 Roma
ITALIA


Lunedì 13 gennaio 2014

Onorevole Ministro,
in qualità di relatore della Direttiva europea sulla mediazione in materia civile e commerciale, desidero congratularmi con il Governo italiano per le misure che esso ha recentemente preso  per affrontare il problema dei tempi eccessivi del sistema giudiziario, adottando nuove norme sulla mediazione quale alternativa alle cause civili, rapida, efficiente ed economica.

Nell’aprile 2008 il Parlamento europeo ha votato l’adozione di nuove disposizioni sulla mediazione. Nel 2011 ho redatto il rapporto del Parlamento, dopo aver osservato le modalità di funzionamento della nuova legislazione in tutta l’Unione europea. L’Italia era già all’avanguardia ed era considerata un modello di buone pratiche sulla mediazione nell’Unione europea.

Le disposizioni adottate a seguito della sentenza della Corte costituzionale italiana introducono una forma di mediazione obbligatoria più agevole, che chiede alle parti di iniziare una procedura di mediazione, ma dà loro la possibilità di ritirarsi senza spese, se ritengono che non vi siano le condizioni per risolvere la questione. Questo sistema che permette di recedere e  dà ai litiganti la possibilità di tentare una soluzione attraverso la mediazione si sta rivelando molto più efficace dei tradizionali approcci che richiedono un consenso preliminare. Lodo il Governo italiano per il suo approccio creativo e positivo alla mediazione.

Tra alcuni giorni, la nostra Commissione giuridica ascolterà la relazione su uno studio in materia di mediazione commissionato dal Parlamento dell’Unione europea e redatto dal Prof. Giuseppe De Palo. Quasi mille esperti dell’Unione europea hanno contribuito a questo studio, il cui obiettivo è valutare l’impatto dell’attuazione della Direttiva sulla mediazione nei ventotto Stati membri, e suggerire misure legislative e non legislative atte a promuovere la mediazione. Lo studio indica che l’Unione europea deve imparare da questo nuovo modello italiano e fare di più per incoraggiare la mediazione quale alternativa ai procedimenti giudiziari.

Pertanto, La prego di tenerci informati sugli sviluppi in corso in questo campo, sempre più importante per i cittadini e le imprese dell’Unione europea, ed i positivi risultati che state conseguendo per la giustizia e per i cittadini italiani.

Giovedì 16 gennaio 2014

Cordialmente,
Arlene McCarthy
Deputato del Parlamento europeo 










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