Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo Draghi e le riforme della Giustizia Italiana

Rss feed

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede un serrato piano di investimenti e riforme che interesserà moltissimi settori, tra cui anche quello della Giustizia, che dovrà essere radicalmente migliorato, anche mediante la valorizzazione delle Alternative Dispute Resolution (ADR).

Letto 1793 dal 26/04/2021



il-piano-nazionale-di-ripresa-e-resilienza-del-governo-draghi-e-le-riforme-della-giustizia-italiana-945-23.jpg
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo Draghi che nei prossimi giorni dovrà passare al vaglio del Parlamento e che verrà poi presentato alla Commissione Europea per accedere alle risorse del Recovery Fund, contiene un ampio e dettagliato programma di investimenti e riforme, tra cui vi è quella della Giustizia italiana, che ha l’obiettivo di riportare il processo italiano a un modello di efficienza e competitività.
Tale riforma stabilisce quali prioritari, gli interventi sull’organizzazione del processo, la riforma del processo civile e la valorizzazione delle best practice ovvero delle Alternative Dispute Resolution (ADR).
Pertanto, da un lato si intende accentuare il ricorso agli strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie, ADR (Alternative dispute resolution), mentre dall’altro apportare le necessarie migliorie al processo civile ed intervenire sul processo esecutivo e sui procedimenti speciali.
Relativamente alle alternative Dispute Resolution (ADR), il Piano intende garantire un maggior utilizzo dell’arbitrato, della negoziazione assistita e della mediazione, poiché tali strumenti consentono l’esercizio di una giustizia preventiva e consensuale, necessaria per il contenimento di una possibile esplosione del contenzioso presso gli uffici giudiziari.
L’obiettivo principale della riforma è sostenere una più ampia diffusione degli strumenti alternativi al processo per la risoluzione delle controversie, rafforzando le garanzie di imparzialità dell’arbitrato, estendendo l’ambito di applicazione della negoziazione assistita e garantendo una migliore e più estesa applicabilità dell’istituto della mediazione.
Circa le modalità di attuazione, per quanto riguarda l’arbitrato, il rafforzamento delle garanzie di imparzialità dell’arbitro viene attuato attraverso la previsione di uno specifico dovere di disclosure, nonché attraverso la possibilità di attribuire agli arbitri il potere di emanare provvedimenti di natura cautelare. In tema di negoziazione assistita, vengono colmate alcune evidenti lacune, come quella che in materia di famiglia consente il ricorso all’istituto esclusivamente nell’ambito della separazione e del divorzio, ma non per la regolamentazione della crisi della famiglia non matrimoniale. Infine, una particolare attenzione è dedicata all’area della mediazione attraverso interventi che si collocano su più piani ed infatti: a) vengono introdotti incentivi economici e fiscali, oltre a misure di favore per le parti sulle spese giudiziali per la mediazione; b) viene ampliato l’ambito di applicazione della mediazione, verificando, in particolare, se sia possibile estenderne la portata in ulteriori settori non precedentemente ricompresi nell’ambito di operatività; c) viene rafforzato il rapporto tra mediazione e giudizio, al fine di valorizzare, ad esempio, una più compiuta interrelazione grazie a uno sviluppo della mediazione delegata dal giudice (o endoprocessuale).
Relativamente ai tempi di attuazione, si stima che le leggi delega possano essere adottate entro la fine dell’anno 2021, che i decreti attuativi possano essere adottati entro la fine dell’anno 2022 e che entro la fine dell’anno 2023 possano essere adottati gli eventuali ulteriori strumenti attuativi (decreti ministeriali e/o regolamenti).
Non ci resta che attendere gli sviluppi!!!!