LA “FORZA” DEL LINGUAGGIO

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Avv. Silvia Cremaschini

Come le parole si trasformano in immagini e stimolano i processi mentali.

A cura del Mediatore Avv. Silvia Cremaschini da Brescia.
Letto 1003 dal 05/08/2022



1. Le parole focalizzano l’attenzione
Sigmund Freud affermava che il potere del linguaggio fosse magico
Sperimentiamo questo potere: pronunciamo la parola “elefante”. Attendiamo qualche istante. Cosa è accaduto? È probabile che nel momento in cui la parola “elefante” sia stata pronunciata nella tua mente sia comparsa l’immagine di un elefante. E questa “magia” si ripete ogni qual volta pronunciamo una parola o una frase. E se ti dicessi: “un elefante rosa esce dal frigorifero”, cosa sta accadendo? Che l’”elefante” ora nella tua mente ha assunto uno specifico colore e sta compiendo un’azione: l’elefante è rosa ed esce dal frigorifero. Peraltro, nota come questa immagine si crea qualsiasi cosa tu stia facendo.
Ma ciò cosa significa? Significa che le parole si trasformano in immagini nella nostra mente e sono in grado di focalizzare l’attenzione, indipendentemente dalla nostra volontà. Come nominare l’”elefante” sposta l’attenzione sull’”elefante”, nominare il “problema” sposta l’attenzione sul problema e nominare una “soluzione” sposta l’attenzione sulla soluzione. 
Il mediatore che sarà in grado di spostare l’attenzione sulla “soluzione”, compirà la magia di far materializzare nella mente dell’interlocutore l’immagine della “soluzione” spostando così il focus dell’attenzione dal problema alla possibile soluzione. 
Attraverso il sapiente uso del linguaggio il mediatore è chiamato dunque a creare una magia: orientare l’attenzione delle parti. 

  2. Il linguaggio “sensory based” ed il linguaggio “astratto”
A questo punto è importante distinguere due tipologie di linguaggio: il linguaggio “sensory based” ed il linguaggio “astratto”. 
La prima tipologia di linguaggio è il linguaggio c.d. “basato sui sensi”: elefante, mare, spiaggia. Le parole “sensory based”, quando pronunciate, si trasformano in immagini nella nostra mente.
La seconda tipologia di linguaggio è il c.d. “astratto”. Ne sono un esempio i termini “felicità”, “passione”, “avventura”, “soluzione”. Queste parole non indicano un oggetto concreto, tuttavia nel pronunciarle - per poter attribuire loro un significato – la mente deve andare in cerca di un’esperienza a cui poter applicare quell’etichetta. 
Un buon mediatore deve conoscere gli effetti dell’utilizzo di un linguaggio piuttosto che l’altro. Infatti, il linguaggio “sensory based” produce nell’interlocutore effetti simili - ma diversi - dal linguaggio “astratto”, soprattutto quando quest’ultimo è utilizzato in modo “abilmente vago”. Il linguaggio astratto non solo è in grado di orientare il pensiero di una persona, ma può anche modificare lo stato d’animo della stessa. Questa caratteristica del linguaggio astratto permette - a chi è in grado di utilizzarlo sapientemente - di creare sintonia con i propri interlocutori. Facciamo un esempio, pronunciamo: “oggi siamo qui perché abbiamo scelto la soluzione”. Cosa succede? Il concetto di “soluzione” magicamente si materializza nella mente dell’interlocutore. Non solo: ogni interlocutore penserà alla propria “soluzione” pur trovandosi in ogni caso d’accordo con l’affermazione e ciò succederà indipendentemente dalla soluzione che il singolo si rappresenta.
 
   
3. Brevi osservazioni conclusive
Per l’eccellente mediatore è fondamentale saper utilizzare “l’arte del linguaggio”: il linguaggio ha il potere di orientare la nostra attenzione e di dirigere la coscienza e gli stati d’animo, ossia ha il potere di orientare le nostre azioni. 
Il mediatore, anche attraverso l’uso sapiente del linguaggio, orienta e dirige le parti verso il miglior accordo per loro possibile. 
 

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Chi è l'autore
Avv. Silvia Cremaschini Mediatore Avv. Silvia Cremaschini
Avvocato e Trainer di PNL, credo fortemente nella risoluzione alternativa delle controversie.
Dopo la laurea ho approfondito le tematiche del diritto civile presso la Scuola di Specializzazione ed i corsi per uditore, appassionandomi anche alla programmazione neuro linguistica ed alle tecniche di negoziazione.
Vivo le aziende e le aule di Tribunale da anni ed entrambe le esperienze mi hanno portato a ritenere che la miglior alternativa possibile alle controversie sia la mediazione.
Se riti...
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