
È stato pubblicato nel mese di aprile il 9° Rapporto sull’Avvocatura 2025, realizzato da Censis e Cassa Forense, che tratta temi importanti come i trend occupazionali e reddituali, la previdenza, l’organizzazione degli studi e l’innovazione tecnologica. Lo studio fornisce una fotografia chiara e aggiornata delle tendenze in atto, delle criticità da affrontare e delle opportunità da cogliere, evidenziando una professione in continua trasformazione.
Sul fronte del reddito vi sono 13.000 avvocati che dichiarano reddito zero, 44.000 un reddito di 10.000 euro l’anno e 45.000 un reddito fra 10.000 e 21.000 euro mentre le avvocatesse dichiarano il 50% del reddito percepito dagli uomini. Vi è una flessione del numero degli avvocati iscritti agli albi (233.260 nel 2024) così come degli studenti delle facoltà di giurisprudenza: 10.000 immatricolati in meno. Gli avvocati in pensione sono 16.376.
La professione è meno appetibile in ragione di molteplici fattori: adempimenti burocratici e fiscali, ritardi nei pagamenti da parte dei clienti, offerta sovrabbondante di servizi legali, continue modifiche legislative, aumento dei costi per l’accesso alla giustizia, precarizzazione della professione.
Il rapporto dedica un capitolo intero all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella professione forense, indicandola tra le “sfide e opportunità” per gli avvocati. Il trend è positivo rispetto allo scorso anno ma si registra ancora molta resistenza.
Per quanto riguarda l’uso delle ADR, gli avvocati che utilizzano procedimenti di ADR volontarie nel 2024 sono stati il 33,5% del totale, con una quota maggiore nel Nord-est, pari al 39%, e una minore nel Sud e isole, che si attesta al 29,5%.
Sul fronte del reddito vi sono 13.000 avvocati che dichiarano reddito zero, 44.000 un reddito di 10.000 euro l’anno e 45.000 un reddito fra 10.000 e 21.000 euro mentre le avvocatesse dichiarano il 50% del reddito percepito dagli uomini. Vi è una flessione del numero degli avvocati iscritti agli albi (233.260 nel 2024) così come degli studenti delle facoltà di giurisprudenza: 10.000 immatricolati in meno. Gli avvocati in pensione sono 16.376.
La professione è meno appetibile in ragione di molteplici fattori: adempimenti burocratici e fiscali, ritardi nei pagamenti da parte dei clienti, offerta sovrabbondante di servizi legali, continue modifiche legislative, aumento dei costi per l’accesso alla giustizia, precarizzazione della professione.
Il rapporto dedica un capitolo intero all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella professione forense, indicandola tra le “sfide e opportunità” per gli avvocati. Il trend è positivo rispetto allo scorso anno ma si registra ancora molta resistenza.
Per quanto riguarda l’uso delle ADR, gli avvocati che utilizzano procedimenti di ADR volontarie nel 2024 sono stati il 33,5% del totale, con una quota maggiore nel Nord-est, pari al 39%, e una minore nel Sud e isole, che si attesta al 29,5%.
https://www.censis.it/lavoro/ix-rapporto-sullavvocatura-2025
https://www.censis.it/sites/default/files/downloads/Rapporto%20sull%27Avvocatura%20Aprile%202025.pdf
L. Biarella, Quanti da ''grandi'' vogliono continuare a fare l’avvocato?, https://www.altalex.com/documents/news/2025/04/07/quanti-da-grandi-vogliono-continuare-fare-avvocato
Nesta (Coa Roma), centomila avvocati sotto i duemila euro
- Demma (Mf), Italia a due velocità, https://ntplusdiritto.ilsole24ore.com/art/nesta-coa-roma-centomila-avvocati-sotto-duemila-euro--demma-mf-italia-due-velocita-AGCfjkwD