1.1 Il Processo come Sistema Binario
Il diritto giudiziale, radicato nel paradigma aristotelico di "aut-aut", struttura il conflitto come una gara a somma zero, dove la soluzione emerge dalla contrapposizione di posizioni rigide. Questo sistema, pur garantendo la certezza del diritto, non tiene conto della multidimensionalità degli interessi e della possibilità di soluzioni integrative. Gli avvocati che sono formati in questa logica tendono a replicarla in mediazione, privilegiando sessioni separate che riproducono la dinamica "noi vs. loro".
1.2 La Circolarità Sistemica
Nella prospettiva della mediazione facilitativa, il conflitto è visto come un sistema interconnesso, dove ogni parte contribuisce attivamente al mantenimento dello stallo. Ad esempio, in una lite contrattuale, il silenzio di un contraente può essere sia causa che effetto dell'aggressività dell'altro. La mediazione, in questo quadro, mira a trasformare il conflitto da "muro" a ponte comunicativo, riconoscendo la reciproca influenza delle parti.
2. Sessioni separate: Il Rifugio nella Logica Binaria
Le sessioni separate (caucus) sono spesso percepite come un "porto sicuro" dalle parti e dai loro avvocati, poiché replicano il familiare schema processuale. Tuttavia, questo comfort nasconde rischi strutturali:
2.1 Dinamiche delle Sessioni Separate
- Ancoraggio Posizionale: L'assenza di confronto diretto favorisce il rinforzo delle narrazioni unilaterali, trasformando il mediatore in un mero "nuncius" che trasmette proposte senza intervenire sulle dinamiche relazionali.
- Polarizzazione Emotiva: La separazione fisica alimenta una logica di contrapposizione ("io vs. te"), riducendo la flessibilità negoziale e ostacolando la ricerca di soluzioni creative.
- Comfort Illusorio: Le parti si sentono protette dall'evitamento dell'emotività diretta, ma ciò le priva dell'opportunità di decostruire stereotipi ("lui è irragionevole") attraverso l'interazione.
Le sessioni congiunte, se ben gestite, consentono di superare la logica binaria, restituendo al conflitto la sua natura sistemica:
3.1 Tecniche per la Co-costruzione
- Domande circolari: "Come pensa che la sua richiesta influisca sulle esigenze dell'altra parte?" .
- Riformulazione Empatica:"Sono arrabbiato perchè non mi hanno ascoltato alla riunione" - Mi sembra che tu ti senta frustrato e ignorato come se le tue idee non fossero state prese in considerazione durante la riunione".
- Visualizzazione del Conflitto: Mappe concettuali per mostrare l'interdipendenza delle azioni (es.: "Il tuo silenzio ha aumentato la sua diffidenza").
- Decostruzione degli Stereotipi: Il confronto diretto smonta generalizzazioni attraverso esempi concreti .
- Accordi Win-Win: Le parti collaborano attivamente, passando da "io vs. te" a "noi vs. il problema" .
- Riduzione della svalutazione reattiva: Le proposte avanzate in plenaria sono meno soggette a valutazione aprioristica.
Parametro | Mediazione distributiva | Mediazione Facilitativa |
---|---|---|
Struttura | Sessioni separate, scambio proposte | Domande aperte, sessioni congiunte |
Messa a fuoco | Divisione Risorse | Ricerca interessi comuni (basata sugli interessi) |
Soddisfazione Parti | 45% (dati CCIAM, 2023) | 78% (dati CCIAM, 2023) |
Durata degli accordi | Alto rischio di inadempimento | Maggiore stabilità relazionale |
Conclusioni: Oltre la Binarietà
Il conflitto è un sistema circolare, non una linea retta. La sfida del mediatore facilitativo è perciò guidare le parti fuori dalla trappola del "giusto/sbagliato", facilitando il dialogo e trasformando il conflitto da minaccia in opportunità di crescita relazionale, utilizzando le sessioni separate solo per correggere rotte, non per sostituirsi al dialogo.